Finale curvaiolo, fischi, insulti, proteste, lacrime. Un Festivàl nel senso etimologico, con tutti gli annessi. Pagelle globali:
CANTANTI TUTTI: VOTO 7
CANZONI TUTTE: 7
PRESENTATORE: 8
COCONDUTTRICI-COCONDUTTORI: 2
OSPITI: 5
CLASSIFICA: NG
Nel dettaglio, cantanti, interpreti: senza trasgressioni spettacolari, ordinati, professionali, rari i bluff, niente colpi di scena, niente propaganda faziosa, contenuti seri, parole divertenti, testi da rileggere. Da Cristicchi a Coma Cose, da Fedez a Olly, da Giorgia a Modà comunque una rassegna di musica italiana con alcune stecche, nel senso di stonature, il bello della diretta.
A margine qualche tentativo di fare notizia, una collana vietata (Tony Effe), un orologio non permesso (Zanicchi), ma nel totale un boom di ascolti (con l’eccezione dell’ultima serata in calo), i capalbiesi, gli schifiltosi, quelli che non guardo nemmeno un minuto fanno parte di una minoranza malinconica, da repertorio, sono gli stessi che odiano il Natale, San Silvestro, le vacanze, viventi da remoto.
Sanremo è semplicemente una scelta e se Mattarella o Bergoglio decidono di apparire delle due l’una: o sono anch’essi drogati del nulla e non si occupano di cose serie, oppure hanno capito che l’evento popolare è appunto di popolo, poi ognuno sarà capace di scegliere, distinguere, opinare, sentenziare.
Carlo Conti è il riassunto di tutto questo, presenta, non strilla, coinvolge e non travolge, un po’ baudesco, un po’ corradiano, lontano e diverso dal fazismo o dall’amadeusismo, uso appunto assurdi neologismi come se si trattasse di docenza della comunicazione.
Di certo non si è capito, come non si era capito nelle precedenti edizioni, la funzione delle co-conduttrici o dei co-conduttori, spesso cartonati, belli e belle senz’anima o, al contrario, con troppa voglia di apparire, Cucciari e Mahmood hanno la simpatia di Rosa e Olindo, Marcuzzi è sembrata l’amica poco sobria di certe feste, Cattelan è un mistero della fede per meriti di carriera, di tutti e di tutte si poteva fare a meno, compreso l’ingaggio non certo da raccolta in parrocchia.
Gli ospiti sono una fetta di balorda nostalgia (Olly), i Duran Duran hanno provocato immediata battuta “Duran Minga, non possono durare”, Venditti febbricitante con capello reduce da colorificio, Damiano romanista demaneskinizzato, Benigni unico e uguale però da sempre, stavolta senza visita urologica al presentatore.
Scenografia e teatro lussuosi, solite prime file riservate e occupate dall’appaRA(I)tchik, assente cavallo pazzo o simili, giurati invisibili, social e televoto non meglio identificati.
Si chiude, anzi è chiuso. Comunque sempre meglio di certe partite della serie A. Almeno a Sanremo non c’è Dazn.
DOTTOR DAMASCELLI, PERCHÈ STRONCARE “ L’ANTIPATICA “ CUCCIARI ( AVERCENE ! ) QUANDO IL PIENO DI SIMPATIA LO OTTIENE DA TEMPO CON LA SPIRITOSISSIMA PAOLA FERRARI ? BUON LAVORO E SIMPATICHE CORDIALITÀ.