CALCIOSPETTACOLO CON LA PORTA FARLOCCA

di TONY DAMASCELLI – Venti minuti di ritardo in Svizzera sono lo scoop del secolo. E’ accaduto a San Gallo, stadio Kybunpark, partita tra Svizzera e Lituania, qualificazione al mondiale in Qatar. Squadre in campo ma niente fischio di inizio, l’arbitro finlandese Gestranius ha spedito i suoi due assistenti a controllare, come da copione, reti e porte di gioco. Colpo di scena, una delle porte era più alta di centimetri 10, rispetto ai metri 2 e 44, previste dal regolamento e dalla storia del calcio.

Fermi tutti, chiamati giardinieri, operai, lavoratori e affini, tirata via, dal prato bello e pettinato, la porta furba e sballata, installata quella regolare, all’altezza, in tutti i sensi. Venti minuti di operazione accurata, per fortuna senza le risate del pubblico, ovviamente assente per le norme Covid, quindi palla al centro e partita, poi vinta, con un gol di Shakiri, un altro non proprio in linea di centimetri con il resto degli attori in campo.

Non si conosce il cognome del falegname che ha messo insieme traversa e pali, sbagliando i calcoli al bricocenter o in qualche birreria. Risulta che alla costruzione dello stadio abbia partecipato anche Ikea, escludo che gli svedesi, abilissimi nella confezione e nel montaggio di mobili e affini, siano i responsabili della topica.

La porta, sollevata dal fiero prato, resta un cimelio da museo, ma la domanda sorge spontanea: se l’arbitro e i suoi collaboratori non si fossero accorti della ciofeca, che cosa sarebbe avvenuto? E in quante partite il San Gallo, terzultimo nella superleague svizzera, ha piazzato quella porta farlocca? E quanti gol ha realizzato e quanti ha buscato? E il pallone, prima di finire in rete, era stato indirizzato verso il 7 o il 7 e un quarto?

Domande inquietanti, la Kantonspolizei indaga, il falegname trema.

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