CALCIO ITALIANO, CI ACCONTENTIAMO DAVVERO DI POCO

Al pomeriggio, Londra, Chelsea-Tottenham, spettatori 40.040, risultato 2 a 0, football veloce.

Sera, Milano, Milan-Juventus, spettatori 5000, risultato 0 a 0, football orribile.

Potrei chiudere qui nell’attesa di Balotelli, ma l’ultima domenica di Mattarella presidente lascia perplessi e delusi dopo la visione delle partite di serie A: un calcio a volte oratoriale, anche per le condizioni dei terreni, falsi fenomeni incapaci di uno stop o di un tiro nello specchio della porta, arbitraggi in linea con la modestia della commedia, calendario carnevalesco.

Ma la propaganda pentole e affini spara titoli e commenti da epopea: Insigne ha raggiunto Maradona, nel senso dei gol. Senza aggiungere che l’argentino che fu ha giocato quattro campionati in meno, così era già accaduto con Dybala che aveva agguantato Platini, ma con due campionati in più.

I numeri andrebbero letti, ma questa è un’impresa non prevista da chi consulta wikipedia e poco o nulla conosce della storia di questo sport. Il giornalismo ad effetto ha sconfitto l’intelligenza, i fogli sportivi ospitano schiamazzi e non opinioni serie, la televisione offre il primo piano ad ex calciatori che compilano le pagelle dopo averle sbeffeggiate e disprezzate durante il periodo di attività agonistica.

Si procede nel clima impiegatizio, chi prova ad alzare la voce e il pensiero viene rispedito al mittente perché rovina gli equilibri.

Totale: pausa fino al 6 febbraio, nel frattempo i sudamericani vanno nei rispettivi paesi per le solite partite di qualificazione mondiale, noi ci trastulleremo con un imperdibile stage di Roberto Mancini, l’elezione del Presidente della repubblica e il festival di Sanremo. E chi ci ammazza?

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