BRUSCA LIBERO GRAZIE A FALCONE: IL PARADOSSO CHE CI FA CIVILI

di DON ALBERTO CARRARA – Il caso Brusca è proprio un caso. Nel senso che fa molto discutere e, facendo molto discutere, non dice soltanto chi è Brusca ma anche chi sono coloro che discutono.

I giornali ci hanno ricordato che Giovanni Brusca si è attribuito 150 delitti, tra cui quelli del giudice Chinnici e del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito, ucciso e sciolto nell’acido. È stato Brusca ad azionare il comando a distanza che provocò la strage di Capaci nella quale morirono il giudice Falcone, Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta.

Tra le reazioni alla scarcerazione per fine pena ci sono le affermazioni forti, di protesta, di Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, uno dei tre della scorta di Falcone. Ma c’è anche un’affermazione di tutt’altro genere di Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso da Brusca: “Umanamente è una notizia che mi addolora, però questa è la legge, che peraltro ha voluto mio fratello, e quindi va rispettata”.

L’affermazione di Maria Falcone è esemplare perché dice molto bene gli aspetti contrastanti della vicenda. Brusca è un personaggio repellente. Troppi i delitti, troppa la ferocia nel compierli, tanto che ci risulta difficile – quasi impossibile – pensarlo pentito. Per cui anche i vantaggi previsti dalla legge – quelli che permettono a Brusca di uscire di galera – finiscono per gettare altra ombra sul personaggio. Non solo ha passato la sua vita ad ammazzare, ma ha usato la legge per ridurre drasticamente il prezzo da pagare alla giustizia e alla memoria dei molti innocenti ammazzati.

Eppure la liberazione di Brusca è avvenuta sulla base di una legge. Ancora una volta: dovendo scegliere fra la legge e la rabbia di fronte a un delinquente simile, bisogna, bisogna assolutamente, scegliere la legge. Se non osservassimo la legge potremmo tenere in galera Brusca, ma rischieremmo, prima o poi, di diventare tutti vittime di qualche delinquente che si sentirebbe autorizzato a essere ancora più delinquente proprio perché la legge traballa.

“Non è la giustizia che l’Italia si merita”, ha detto Salvini. Ma Salvini non ha precisato quale deve essere la giustizia alternativa a questa. La giustizia di un’altra legge o la giustizia senza leggi? Salvini è leader di un partito e siede in Senato. Immagino che pensi a leggi diverse da quelle ideate da Falcone. Deve solo darsi da fare. I cittadini l’hanno eletto proprio per questo.

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