BRANSON, BEZOS E MUSK: STELLE TRA LE STELLE

di GHERARDO MAGRI – Il premio per i primi turisti spaziali consiste nel vedere la curvatura della terra e rimanere in assenza di gravità per pochi minuti. Non è cosa da poco, soprattutto considerando il costo del biglietto. Al momento è in grandissimo vantaggio Sir Richard Branson, il settantunenne tycoon inglese detentore di ogni tipo di record avventurosi, pioniere dei voli suborbitali con la sua Virgin Galactic. Il primo volo ufficiale era già programmato da tempo senza la sua presenza, ma una notizia gli ha fatto cambiare idea: nientepopodimeno che Jeff Bezos sarebbe stato personalmente a bordo del suo razzo il 20 luglio (data scelta per omaggiare lo sbarco sulla luna) per il volo inaugurale della compagnia spaziale Blue Origin, allora si è affrettato a prendere posto sulla sua piccola astronave, mettendo a terra uno dei sei passeggeri. Un tipo così non avrà avuto magari troppa paura, ma il profumo della competizione con l’uomo più ricco della terra l’ha sicuramente spinto a rischiare.

Ce l’ha fatta e il video dell’impresa ha fatto il giro del mondo. La sua scelta tecnologica è spettacolare e ti fa sembrare il volo alla  portata di chiunque. Si decolla con un aereo “normale” al quale è agganciata una navicella spaziale che, a 15 chilometri di altezza, accende i motori, si stacca e raggiunge circa 90 chilometri, sufficiente per provare l’assenza di gravità e godersi la rotondità del pianeta azzurro. Finita l’escursione, lo stesso velivolo scende e atterra come un piccolo shuttle. Quindi, decollo e atterraggio come su un aereo di linea. Semplice quanto spettacolare, attrarrà anche i meno spericolati.

Bezos, invece, userà un razzo riutilizzabile a decollo verticale e raggiungerà i 100 chilometri di altezza, cioè la cosiddetta linea di Karman (universalmente riconosciuta come la vera demarcazione con lo spazio, sono sicuro che nasceranno polemiche per questa differenza di dieci chilometri), più o meno gli stessi pochi minuti del volo suborbitale e poi giù a capofitto con i paracaduti per un atterraggio stile astronauta. Affascinante, ma con una grande dose di adrenalina in più e con minore piacere del volo e della vista complessiva. Per temerari, non per tutti.

Infine, il prezzo del biglietto. L’inglese l’ha già stabilito nell’intorno di 250 mila dollari (ancora indiscrezioni, ma sembra una notizia quasi certa) e ne ha già venduti seicento. L’americano, in ritardo, al momento ha messo all’asta un solo posto per l’unico turista che avrà l’onore di volare con lui: prezzo finale 27 milioni di dollari. Ricorda molto il primo turista spaziale della storia, Dennis Tito, che pagò 20 milioni di dollari nel 2001 per andare con la Sojuz: quello sì fu un vero e proprio volo nel nero profondo di sette giorni a 400 chilometri di altezza, quando raggiunsero addirittura la stazione spaziale orbitante. Caro Jeff, un po’ una ripetizione la tua, carissima peraltro. Secondo me, devi darti una mossa. Branson ti ha anche bruciato l’esclusiva del primo volo di un miliardario in carne e ossa, sembrerai un follower.

Non sappiamo come finiranno questa sfide, io credo che tutto ciò ci farà fare dei progressi comunque, anche a noi comuni mortali. Non abbiamo neppure parlato del terzo miliardario spaziale, Elon Musk, che ha imboccato la strada più istituzionale con la sua Space X, collaborando con la Nasa e diventando ormai taxista ufficiale degli astronauti americani. Ci aspettiamo sorprese anche da lui, è solo una questione di tempo. Abituiamoci a scrutare il cielo per aggiornarci in tempo reale.

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