BERLUSCONI, PARLANDONE DA MORTO

Stiamo assistendo a un reality raggelante, ma a quanto pare dev’essere questa la nuova normalità. Eppure confesso di non trovare per niente normale, anzi lo trovo decisamente mostruoso e disumano, che di Berlusconi in ospedale mezza Italia (tre quarti) parli già al passato. Lo danno per morto, parlandone da vivo.

La grammatica ortodossa imporrebbe di usare il tempo presente, Berlusconi è fantastico, Berlusconi è bravissimo, Berlusconi è odioso, Berlusconi è impresentabile, invece tutti ricorrono già all’imperfetto e al passato remoto. Era. Fu. Era questo ed era quello. Fu questo e fu quello.

Di più. Di peggio. Nell’infantile corsa a chi arriva prima, per vincere il premio Pulitzer di chissà che, siti e giornali sono già pieni zeppi di profili, ritratti, ricostruzioni uguali a quelli dei celebri defunti, così era il Silvio presidente del Milan, così era il Silvio quando fondò Canale 5, così faceva Silvio quando scese in campo, e via pedalando con le biografie a posteriori.

Sarà anche vero, come dicono i superstiziosi, che così gli stiamo allungando la vita. Ma da qualche parte, in questa bassa macelleria della comunicazione moderna, bisognerà trovare ancora la dignità per dire che è una disgustosa mancanza di rispetto. Magari Berlusconi camperà ancora un mese o un secolo, come tutti noi, ma già l’abbiamo sepolto, ricordato, immortalato con epitaffi belli e brutti, a seconda della cricca in cui militiamo. Comunque, se n’è già andato. E’ un ricordo, non c’è più.

Terribile, davvero terribile lo scempio di queste ore. Non è il caso di fare le verginelle a prescindere, da sempre i giornali tengono pronti nei cassetti i cosiddetti coccodrilli per le persone più note, metti caso che spirino alle undici di sera almeno c’è già qualcosa di pronto. Certo se ne confezionano di più per i personaggi più anziani e più malati, nessun problema a riconoscerlo. Ma non dobbiamo fare confusione. Tra la consuetudine di un tempo andato e quella di oggi resta una differenza abissale e insormontabile: una volta i coccodrilli restavano nel cassetto fino a morte certa, oggi li pubblichiamo prima dell’estrema unzione.

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