AUGURI DAMIAN, BIMBO “8 MILIARDI”: NE HAI UN GRAN BISOGNO

Tanti auguri a Damian, il bimbo nato nella Repubblica Dominicana che accende otto miliardi di candeline al sovrappopolato pianeta Terra. Nel 1880 eravamo un miliardo, quattro nel 1974 e, da poche ore, otto.

La proiezione dell’ONU dice che potremmo arrivare a un massimo di dodici miliardi e quattro nel 2100. Se ne parla poco, la notizia occupa gli spazi residuali nei quotidiani, poche righe sull’online. Più o meno una curiosità. Siamo più concentrati e preoccupati, anche giustamente, dell’emergenza climatica, della CO2 e dell’utilizzo dell’energia. Più prosaicamente, guardiamo con apprensione le nostre tasche quando arrivano le bollette, di qualunque tipo siano. Per la vecchia e poco prolifica Europa, il problema non è “nostro”. Tipico degli ultimi anni, vedi pandemia Covid: sottovalutare e rimandare.

Eppure, dovremmo cominciare a studiare anche la bomba demografia, innescata da tempo. Soprattutto gli squilibri tra i continenti e le razze, con ciò che comporta sul piano sociale e politico. Già oggi oltre la metà della popolazione mondiale è asiatica e l’Africa è il continente che crescerà di più, la sola Nigeria (218 milioni di abitanti) raddoppia ogni ventotto anni: si prevede in futuro che un bambino su 13 al mondo proverrà da questo stato. E’ previsto che il primo gradino del podio per nazioni sarà conquistato dall’India sulla Cina – oggi entrambi a 1.4 miliardi a testa -, mentre tutto il mondo che chiamiamo per comodità “occidentale” diminuirà sempre di più il proprio tasso di natalità e conterà quantitativamente sempre meno.

I flussi migratori nel Mediterraneo e dintorni sono bazzecole al confronto di quello che le prossime generazioni dovranno affrontare, se non ci mettiamo subito a cercare soluzioni. Per farla brevissima, i punti focali riguardano soprattutto una redistribuzione più equa della ricchezza, uno sviluppo davvero sostenibile secondo i principi della green economy e un’integrazione reale tra i diversi popoli. Sul primo aspetto non si sta facendo praticamente niente, anzi la concentrazione di soldi e potere tra i super ricchi si sta acuendo ancora di più, mentre l’indice di povertà sta mordendo anche dalle nostre parti, coinvolgendo ceti sociali inediti. Del secondo si fa un gran parlare, qualche segno si intravvede, ma la velocità è da scuola guida. Il terzo è un terreno minato, costellato più dai muri che dai ponti e chi se occupa è subito etichettato con la sua appartenenza politica, o tutt’al più viene ascoltato con sufficienza e indifferenza.

Serve una visione più grande, un ragionamento alto, c’è bisogno di un contributo della comunità scientifica che si metta al lavoro, vanno cercati veri Leader e perseguita una Politica nobile che metta stabilmente in agenda anche il fattore demografico. Se tutti stanno meglio a casa propria, svanisce sul nascere la pulsione di emigrare. E’ molto elementare, ma è la soluzione.

Per un momento sentiamoci tutti papà e mamme dell’innocente e ignaro Damian. Nel soffiare sulle candeline, pensiamo in silenzio al desiderio da esaudire e proviamo in concreto a realizzarlo: fargli conoscere un mondo migliore di quello di oggi, perché possa vivere una vita serena e dignitosa, come tutti noi abbiamo sempre sognato per noi e per i nostri figli.

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