ARRIVARE STREMATI E CONFUSI AL GREENPASS AZIENDALE

Spaccato di un meeting ordinario, a poche ore dall’obbligo del green pass aziendale.

“Ok, ho fatto la lista delle cose da fare e da comunicare a tutti per l’applicazione del certificato verde. L’unica vera incognita è che non sono stati chiariti alcuni passaggi per quanto riguarda i controlli. Rischiamo di emettere una direttiva che può variare subito dopo”.

“Siamo sempre in Italia, facciamo quello che possiamo al meglio con le informazioni di oggi e poi diremo di stare in campana con gli aggiornamenti”.

“Va bene. Per i dipendenti della sede è tutto piuttosto chiaro, faremo il check in reception e chi non è in regola rimane fuori, la segnalazione va alla direzione del personale”.

“Vietato memorizzare i dati, vero? Per questioni di privacy il check bisogna farlo ogni volta che si accede, a tutti indistintamente”.

“E chi controlla l’impiegata della reception che non è dipendente e l’impresa delle pulizie serale?”.

“Già selezionato il collega che lo farà.”.

“Ottimo, ma i controlli come devono essere fatti?”.

“A tappeto o a campione”.

“A tappeto capisco, ma a campione con che regola?”.

“ Non c’è, ecco il primo inghippo. Ognuno stabilisce il criterio scelto; poi se vengono a fare i controlli sarà da vedere come ci si capirà”.

“Andiamo bene, allora. E per chi è sul territorio come i venditori e i tecnici che dialogano con clienti, grossisti, agenzie e centri di assistenza?”.

“Qui viene il bello. Dobbiamo nominare ufficialmente dei controllori interni che verificheranno con l’app i colleghi e compileranno un report specifico”.

“Davvero? Non è che passeremo il tempo a riempire i moduli invece di mandare avanti il lavoro? E poi, se i colleghi sul territorio fanno le loro visite, si presume che siano sottoposti al normale controllo. Dobbiamo fare doppi controlli, dunque?”.

“Purtroppo la normativa non lo esclude.”.

“Mi sembra assurdo, ma se proprio lo dobbiamo fare… Allora organizziamo una call collettiva di un’ora con tutti i nostri manager selezionati per spiegare cosa devono fare, altrimenti ognuno va per la sua strada.”.

“Certo, lo facciamo subito dopo che uscirà la comunicazione ufficiale.”.

“Per i controlli esterni come ci regoliamo per il metodo a campione?”.

“ Col solito buon senso e usando la testa: facciamo i controlli in caso di assenza di altri, quando ci sono incontri più affollati e a rotazione per includere tutti i nostri colleghi.”.

“Per chi è casa in smart working?”.

“Non è obbligato ad esibire il green pass, ma non si può sottrarre alla regola di mostrarlo quando si deve presentare nelle sedi in cui è necessario”.

“Bene, deciso tutto. Adesso scriviamo una disposizione interna che sia la più chiara possibile e prepariamo anche una lista completa di Q&A (domande e risposte) per affrontare eventuali quesiti. Il terreno l’avevamo preparato bene prima, ma non si mai, la diretta è sempre senza rete. Ricordiamoci di citare la riapertura del ristorante aziendale, possibile solo grazie al green pass.”

Il G-Day sta arrivando. Vaccinati convinti, no-vax e no-green pass, agnostici e passionari: chiunque voi siate, per favore, state alle regole e andiamo avanti.

 

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