APPLAUSO ALLA LAZIO CHE BUTTA FUORI A VITA I NAZISTI DEMENTI

Individuato il figlio di Hitler, nel senso della maglietta laziale con il cognome dell’idiota e, in aggiunta, il numero 88, corrispondenti al raddoppio della lettera ottava H, dunque Heil Hitler, quelle finesse, meglio quelle stronsesse. Trattasi di un tedesco, ça va sans dire, esibizionista all’Olimpico di Roma durante l’ultimo derby.

La Lazio – per una volta applauso doveroso ai club – ricorre al codice deontologico firmato dalle società, per cui è possibile chiudere fuori gli “sgraditi”, e squalifica a vita lui e altri due gentiluomini tifosi, così imparano. Che cosa non si sa. Meglio sarebbe illuminare le cronache con la pubblicazione della fotografia segnaletica dei tre, di faccia e di profilo, così tanto per informare vicini di casa o di bar, oltre ai parenti, prossimi o lontani, di che razza di gente stiano frequentando.

Dice: ma questa è violazione della privacy, come per le care borseggiatrici sui metro, secondo sensibilità sociopolitica della consigliera comunale di Milano, non specifico più le generalità per non aggiungerle gloria.

Ma è arrivata l’ora di sistemare certe faccende, se uno ha voglia di delinquere, mostri il volto, via il passamontagna, via la maglietta, sia rivoluzionario fino in fondo. L’idiota nazistello dell’Olimpico deve pur avere un volto, finora è stata illustrato il suo lato B, invece non si conoscono né il nome, né il cognome e così dei suoi sodali cacciati a vita. L’anonimato totale, rispetto riverente, mentre si conoscono anche i livelli di ematocrito di alcuni ciclisti e atleti.

Intanto a Napoli si preannuncia un bel giovedì di sport e pace, Italia-Inghilterra con la calata dei migliori esemplari del tifo inglese accolti dalla brava gentaglia napoletana. Non ci facciamo mancare mai niente. Auf Wiedersehen.

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