ANCHE LA TV RISSOSA, ALLA FINE, HA ROTTO L’ANIMA

La rissa fra Sgarbi e Mughini, se non concordata in anticipo come sarebbe anche legittimo sospettare, era certamente prevedibile, considerati gli attori coinvolti.

Anzi, forse era addirittura auspicata e i suddetti protagonisti sono stati invitati apposta.

Bè, che noia! Non se ne può veramente più di questi mezzucci bassi e datati per raccattare un po’ di audience. Vedi la signora Berlinguer con Orsini, tanto per non fare altri nomi.

Certo, è vero, ormai c’è la saturazione anche nel sentir parlare di guerra, a testimonianza che ci si abitua tragicamente un po’ a tutto.

Però i toni sopra le righe in tv, a firma di chiunque, per qualsiasi argomento trattato e sulla rete che si vuole, hanno veramente stancato, e chissà che magari alla fine non inducano il pacifico telespettatore a cambiare canale.

I frequentatori di social, invece, mi sembrano più agguerriti, e quando si trasformano in haters, con le urla trash vanno a nozze.

Poi c’è la responsabilità del mondo giornalistico.

La baruffa al Costanzo Show è ripresa da ogni media (Tv, radio, siti); insomma, c’è qualcosa di cui parlare, di cui discutere, su cui confrontarsi e interpellare esperti (sociologi, psicologi, studiosi dei fenomeni mediatici).

E via che si riempiono pagine, minuti di trasmissione, contenitori pomeridiani…

Mughini e Sgarbi dunque trasformati (ma forse lo sono sempre stati) in fenomeni da baraccone televisivo per la fame bulimica di spettatori che vanno in cerca esattamente di quello.

Eppure ho la sensazione che quanti si nutrono di litigate in favore di telecamera comincino a calare di numero. Magari è solo una speranza, ma la sensazione è questa.

E così mi sono chiesta cosa mi interessa vedere in Tv, cosa mi attira.

In effetti poco, ben poco.

Solo un esempio, peraltro non così significativo: per la prima volta ho seguito la cerimonia di consegna dei David di Donatello; non la mattinata al Quirinale col capo dello Stato, ma lo spettacolo serale con Carlo Conti. E perché l’ho seguito?

Perché volevo vedere la performance di Drusilla Foer. Ho guardato i David per lei, solo per lei. E sapete una cosa? Mi sono comunque addormentata a metà.

Ci attanaglia un deserto televisivo desolante e chiassoso, che mi fa, sempre di più, preferire una serata al cinema o a teatro.

Oppure, prima opzione, un bel dopocena sul divano in compagnia di un libro, o ascoltando buona musica. Magari è tornare indietro di cent’anni, ma chi ci dice che il punto d’arrivo dopo tutto non sia proprio il punto di partenza.

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