ALLO STADIO COME PRIMA, PEGGIO DI PRIMA

di TONY DAMASCELLI – Il nostro meraviglioso pubblico. Non c’è calcio senza i tifosi.

Calcio e pugni e insulti. Nizza o Verona, fa lo stesso, si ritorna alle antiche e buone abitudini, non si canta più sui balconi e alle finestre ma in curva, se veniamo di lì ve lo facciamo così, devi morire, talebani del football tornano ad okkupare i loro domicili, il distanziamento è una favola dei fratelli Speranza-Draghi, il popolo pubblico ha i suoi riti e i suoi dritti, gli ultras se ne fottono del green pass come se ne fottevano della tessera del tifoso, il branco di lupi si raduna e aspetta il momento per scatenare l’inferno.

Picchiano a prescindere, un anno di lockdown ha provocato virus demenziali, ma non è che i calciatori offrano immagini migliori. Tale Luperto, dopo aver steso Dybala, lo ha anche deriso e minacciato dall’alto dei suoi tatuaggi che ormai sono il segno di riconoscimento mondiale dei calciatori.

Ora c’è la pausa del calendario e si torna a rivedere la nazionale campione d’Europa, roba buona questa. Ho scritto apposta rivedere perché l’Italia di Mancini va in onda su Rai, dunque niente buffering, blasfemie varie ed eventuali, dico Dazn per coloro che non si fossero ancora collegati e che non si collegheranno mai. Una truffa, un inganno ma questo è un altro discorso.

Domani chiude il calcio mercato tra prestiti e comode rate. Si continua a ballare sul Titanic.

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