ALLA LARGA DAGLI ARTISTI, SONO SEMPRE PEGGIO DELLE LORO OPERE

Qualche anno fa ho conosciuto i libri di una giovane scrittrice e ne sono rimasto conquistato. Ho apprezzato e letto con ammirazione i suoi testi.

Poi, un po’ di mesi fa, ho scoperto che la scrittrice (di cui non dirò il nome) aveva un profilo Fb e ho iniziato a seguirla. Nel tempo, dopo aver letto i suoi post, sono rimasto deluso da riflessioni che mi son parse sostanzialmente banali. Il punto di rottura è avvenuto quando una signora commentò un post della scrittrice esprimendo il proprio dissenso in modo molto civile. Ella rispose alzando i toni, chiarendo che nella propria pagina poteva scrivere quello che voleva, rimproverando la povera signora per la sua “inappropriata” affermazione. Mi colpì, soprattutto perché i modi dell’interlocutrice erano molto civili. Ovviamente, in un gioco al massacro tipico della rete, parecchi commenti successivi si esprimevano a favore della scrittrice, denigrando la sconosciuta signora, che mi pare fosse anziana (a memoria, ricordo cosi).

Io, che pure ho il mio caratterino, mi sono rifiutato di leggere l’ultimo libro della scrittrice, che ormai avevo acquistato.

Risultato: il crollo di un piccolo mito e un lettore in meno. Come si legge in “Madame Bovary”: non bisogna toccare gl’idoli, la doratura ci rimane sulle dita.

La psicoanalisi lo spiega bene: ad ogni idealizzazione è inevitabile che, prima o poi, segua una delusione. Si inizia con i genitori e si continua per tutta la vita.

Consiglio estivo: se avete qualche scrittrice/scrittore, regista, musicista, attrice/attore di cui apprezzate molto l’opera, forse conviene evitarne la conoscenza personale. Meglio lasciarli là in alto, nell’universo degli ideali.

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