AL FESTIVAL DEL CARO ESTINTO

Parlando di telemorenti probabilmente Roberto D’Agostino non aveva la minima idea che la televisione sarebbe passata direttamente dalla tivù del dolore a quella della morte. Ora gli ascolti e la concorrenza la si fa con i funerali, che tirano quanto il Festival di Sanremo, con il vantaggio che durano di meno e sono molto più emozionanti.

Ognuno immagina e pensa quello che vuole, nel vedere i personaggi famosi che sfilano più o meno listati a lutto, con il ciglio inumidito, altri sorridenti e paciosi, felici proprio di esserci in favore di telecamere. Io sono qui, ci sono, che dolore pazzesco…

Ha fatto notizia lo share toccato e i milioni davanti agli schermi televisivi. Numeri importanti (55,2% di share, con oltre 6 milioni e mezzo di spettatori: 2 milioi per Rai1, 4,3 per Canale 5, ndr), che confermano una tendenza: i funerali valgono perlomeno quanto se non più di Lazio-Roma, Milan-Inter, della Juve non parlo perché è chiaramente un morto che cammina.

Hanno fatto notizia anche i selfie, di una tizia e di un tizio, che sono stati ricoperti di improperi per la sacralità rotta, ma nessuno ha messo in dubbio la posizione di Maria De Filippi, la vedova, che si è prestata al gioco. Tutti a pestar duro sui “selficienti”, ma nessuno ha trovato da ridire sul fatto che Lei si sia messa in posa. Anzi, c’è chi ha trovato il suo gesto immenso, di immane grandezza, mostrandosi anche con un mezzo sorriso che non guasta. Se proprio devo dirla, entrambe le posizioni non mi sono piaciute: lui che non ha il minimo rispetto e Lei che non fa nulla per farsi rispettare, ma nel momento in cui mi affiora questo sentimento, sento dentro di me una vocina che mi dice: ma se va bene a loro a te cosa interessa? Se a Maria De Filippi la cosa non ha dato fastidio, va bene così.

Ha ragione Aldo Grasso quando scrive sul Corriere che «Da un po’ di anni, le esequie dei personaggi televisivi più noti stanno diventando una sorta di funerali di Stato. Non succede in altri Paesi dove la solennità è riservata a reali, a governanti, a figure eminenti. Da noi, spesso il funerale diventa una liturgia mediale, la continuazione di un programma, come se la tv fosse l’unica istituzione che ci richiama ancora al rito, al simbolo, alla cerimonia».

È così, loro sono uomini di spettacolo, circensi che vivono perennemente una vita sul palco e davanti ad una telecamera. Hanno altre logiche e altre priorità. A loro va bene il bagno di folla, perché quello è il loro nutrimento, quello è stato ed è il loro motivo di vita, anche di morte. Ma se rispettiamo e accettiamo Lei, Maria De Filippi, dobbiamo avere la forza anche di accettare i “selficienti”. Invece, molti nostri connazionali si sono scagliati contro il protagonista di questo episodio che, dopo la pioggia di insulti e critiche, ha deciso di abbandonare i social e lo ha raccontato al “Corriere della Sera”. Sappiano che è di Boretto, un paese della Bassa reggiana, ed è stato riconosciuto da diversi compaesani dopo aver postato sui social il selfie incriminato.

In verità sulla sua strada – o meglio su un treno – ha trovato anche Michele Dalai, amministratore delegato della squadra parmense Zebre Rugby, il quale su Facebook non si è fatto problemi a raccontare quello che il “selficiente” reggiano ha raccontato al telefono a mezzo mondo, vantandosi della sua selfata ardente. Anche lui, il Dalai, bello duro ed energico contro chi ha fatto questa foto inopportuna, non certo su chi si è prestata, perché non sta bene.

Lo ripeto, forse dovremmo semplicemente accettare che esistono tanti mondi e quello dello spettacolo è un mondo tutto particolare, che va capito e accettato per quello che è. Se si accetta Maria De Filippi, accettiamo anche chi si ritiene di far parte a pieno diritto della sua famiglia, quanto meno di un gruppo di Amici. D’altra parte Maurizio Costanzo, l’uomo dei talk – Bontà loro e sua – è entrato nelle nostre case chiedendoci per anni cosa c’è dietro l’angolo? Forse oggi abbiamo la risposta: un grandangolo.

2 pensieri su “AL FESTIVAL DEL CARO ESTINTO

  1. VANDA ANNA BAYSLAK dice:

    Non capisco perché devono essere celebrati funerali solenni per un artista della tivu’, e lo scrivo così perché ormai il circo mediatico ha raggiunto l’acme. Ormai i funerali sono alla stregua dei matrimoni o incoronazioni reali. L’importante è il numero di spettatori che le televisioni riescono a tenere incollati per ore a queste manifestazioni che creano lo share più alto.
    Entro poco mi aspetto che vengano santificati!

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