Armageddon, il famoso film con Bruce Willis del 1998 in cui una missione spaziale al limite dell’impossibile salva la terra da una collisione con un meteorite, diventa quasi realtà: parliamo dell’asteroide 2024 Y24, che potrebbe impattare la terra nel dicembre del 2032, cioè tra sette anni.
Non è un futuribile scenario per le prossime generazioni, tutti quelli che stanno leggendo questa notizia sono compresi nel periodo, non ci si può chiamare fuori. Panico subito oppure no? E’ il caso di correre nei supermercati a fare le scorte? Per il momento non ancora, anche se gli scienziati dicono che la probabilità che colpisca la terra sia passata recentemente dall’1,2% al 2,3%, perciò raddoppiata.
Meglio leggere altre previsioni che indicano come tre il livello di rischio su una scala da uno a dieci, oppure seguire la NASA che dice che la probabilità è 1 su 43.
Insomma, cominciamo col balletto anticipato delle statistiche, che ci accompagnerà per un bel po’. Altre domande. Sarà un evento devastante, da estinzione dell’umanità? Per fortuna no, perché il simpatico Y24 ha un diametro che va dai 40 ai 100 metri, perciò non sufficiente per spazzarci via. Però, se non cade nel bel mezzo dell’oceano-pluff, può fare comunque grandissimi danni se colpisce zone densamente popolate.
Da qui la domanda cruciale che sorge spontanea: ma dove cadrà esattamente? Scommetto che fino a quando non sapremo il Cap preciso, ci faremo prendere da un terrore maldissimulato e il nostro atteggiamento sarà o di grande compassione per chi sarà colpito o di urgenza totale nello spostarci nelle zone più tranquille. Anche perché l’asteroide fra pochi mesi non sarà più visibile fino al 2028, e solo allora si potrà calcolare più precisamente la traiettoria con molte più informazioni.
M’immagino già le maratone di Mentana con cadenze frequenti, gli sfoghi di Sgarbi sulla qualunque, i salotti di Vespa con il plastico dell’universo. Hai voglia di seguire le indicazioni rassicuranti del mondo scientifico, non è che la sorpresina tra tre anni sarà peggio di quella che pensiamo? Gli esperti dicono che adesso l’importante è la fase di monitoraggio (umilmente, mi chiedo come si possa controllare una cosa che non è visibile per diversi anni?), poi si potrà passare alla fase dell’azione, che già prevede l’intercettazione con un oggetto che ne devii il percorso, grazie a non meglio precisati “impattatori cinetici”, peraltro in fase di assoluta sperimentazione.
Insomma, ce n’è abbastanza per interpellare il regista di Armageddon e chiedergli lumi, purtroppo Bruce è fuorigioco per un problema di salute. Meglio che pensiamo a reclutare gente coraggiosa e preparare per loro premi significativi (come l’annullamento delle tasse, chieste da un membro dell’equipaggio), non aspetterei proprio fino all’ultimo per prendere precauzioni. Sempre a proposito di film apocalittici, suggerirei ai nostri politici e scienziati di guardarsi anche “Don’t look up”, il cinico e crudo racconto con Di Caprio e Meryl Streep in qualità di protagonisti, che rappresenta un’istantanea realistica di come potrebbe essere la reazione di alcuni importanti rappresentanti politici: quella di invitare la gente a non alzare nemmeno lo sguardo al cielo, ignorando letteralmente la verità di un meteorite che poi estinguerà l’umanità.
Oppure, con molto più pragmatismo, inizierei a studiare gli orari di apertura e chiusura dei negozi, a prendere confidenza col mappamondo, non esitare a prendere contatto con agenzie immobiliari, magari a risolvere pendenze irrisolte e aumentare le visite ai parenti lontani.
Non è mai troppo presto, però niente panico, mi raccomando.