AGRICOLTORI E SENTINELLE D’ITALIA

di PAOLO CARUSO (agronomo) – Nei giorni in cui l’agricoltura sembra non avere posto nell’agenda politica del governo, una buona notizia fa capolino nelle cronache: è stato infatti avviato pochi giorni fa in Commissione Agricoltura l’iter del Disegno di Legge propedeutico al riconoscimento, per gli agricoltori italiani, del ruolo di “custodi del territorio e dell’ambiente”, attraverso il quale delineare e uniformare a livello nazionale la figura e i compiti del contadino a tutela dell’ecosistema.

L’agricoltura è sempre stato un vero e proprio traino per l’economia italiana, i nostri prodotti agroalimentari sono, a ragione, considerati un fiore all’occhiello del nostro sistema produttivo e insieme alla moda e al design sono i paladini del “Made in Italy” nel mondo.

Nonostante questi primati, soprattutto negli ultimi decenni, il settore agricolo vive in uno stato di perpetuo abbandono da parte delle istituzioni, che preferiscono demandare la nostra sicurezza alimentare a terzi, barattandola per la sottoscrizione di accordi commerciali a favore di altri comparti.

Tuttavia, i numeri confermano che l’Italia è da sempre un paese a vocazione agricola, su 30.134.000 ettari totali di superficie, più di 17 milioni sono costituiti da appezzamenti di terreno ad uso agricolo, ma i contadini che se ne occupano non hanno mai goduto del giusto riconoscimento sociale, anzi i piccoli agricoltori, in occasione della stesura delle politiche agricole, vengono relegati al ruolo di semplici comprimari.

Finalmente questo disegno di legge sembra andare nella direzione giusta, nel Ddl “Disposizioni sulla figura dell’agricoltore come custode dell’ambiente e del territorio”, si legge che: “L’agricoltore è una figura centrale, non solo nel mondo dell’agricoltura, ma anche in quello ambientale e dell’ecosistema. La sua presenza costante e professionale all’interno dei territori ove lavora conduce inevitabilmente l’agricoltore ad essere il primo protagonista di tutte quelle azioni ed opere che possono prevenire i tanti eventi calamitosi che ogni anno, purtroppo, devastano le nostre montagne, le nostre campagne e i nostri centri urbani e rurali, con ingenti danni economici e, prima ancora, perdite di vite umane.”

In base a queste premesse appare conseguenziale che “l’agricoltore custode”, presenza insostituibile a presidio del territorio, venga incentivato con bandi ad hoc che prevedano il riconoscimento di specifici premi e riconoscimenti, compresa la riduzione delle imposte.

La speranza è che il provvedimento in itinere valorizzi adeguatamente i piccoli agricoltori italiani, riconoscendone, a termine di legge, l’importanza, fondamentale per la tutela della biodiversità, la salvaguardia e la cura dell’assetto idrogeologico del territorio, l’azione di contrasto dello spopolamento delle aree rurali, la salvaguardia delle formazioni vegetali monumentali e la difesa da avversità atmosferiche e incendi.

Vedremo se questo Ddl includerà anche misure per il contrasto del fenomeno delle discariche abusive, che, soprattutto in certe zone, è diventato una vera e propria piaga difficile da eliminare.

Ma più dei risarcimenti economici è necessario che al contadino venga riconosciuta la sua funzione sociale, premessa indispensabile per favorire l’avvicinamento dei giovani al lavoro in campagna, una delle poche prospettive rimaste in questo Paese distratto.

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