ABBIAMO TAPPATO IL BUCO DELL’OZONO, MA NON INTERESSA A NESSUNO

Il buco dell’ozono si chiuderà entro il 2040, WOW! Così dice un rapporto dell’ONU ripreso dal “Guardian” che cancella la paura tremenda di quello che è stato il nemico numero uno, l’ossessione angosciante,  dell’umanità fin dagli anni ’80, citato come la più grande catastrofe planetaria a causa dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette, molto nocive alla salute. Uno spettro ante litteram dei recenti guasti climatici, oggi ben noti a tutti.

Però c’è qualcosa che non quadra. Non vedo Greta ballare il tip-tap, non parte nessuna maratona di Mentana – che per molto meno non esita a mettersi in moto -, non noto nemmeno un piccolo plastico di Bruno Vespa che ci spiega il perché e il percome con la sua bacchetta di legno, che so, almeno uno speciale di Alberto Angela, uno sproloquio di Sgarbi. Niente, silenzio. La notizia non fa notizia. Non ci posso credere. Eppure, tutti i santi giorni non si fa che vedere ghiacciai che sprofondano nell’acqua o che si ritirano mestamente, non c’è un servizio in cui non si vedano alluvioni, siccità, statistiche angoscianti sugli zero virgola gradi in più, siamo letteralmente frastornati da esperti e ciarlatani e i nostri discorsi sono scanditi dai blabla sul tempo atmosferico.

E, invece, la sconfitta dell’ozono non interessa a nessuno. Ci siamo assuefatti a tutto? Non riusciamo più distinguere cosa è importante da ciò che non lo è? Ci interessa più la consegna del tapiro alla Ferragni? Di recente ho visto in prima pagina del primo quotidiano italiano la notizia dell’operazione preventiva al seno della modella italiana Bianca Balti, ci siamo ridotti davvero così?

La guerra contro il buco dell’ozono è partita nel 1985, quando è stato scoperto e due anni dopo a Montreal è stato firmato il Protocollo che riduceva drasticamente l’utilizzo dei clorofluorocarburi – i più famosi CFC -, cioè per capirci le sostanze contenute in bombolette spray, frigoriferi e condizionatori.

Ad oggi le statistiche dicono che sono state eliminate al 99%. Una grande vittoria grazie a una strenua battaglia che durerà in tutto cinquantacinque anni, ottenuta con l’introduzione di leggi severe e di modifica nei comportamenti. Ciò che dovremmo fare anche con la riduzione delle emissioni di CO2, l’anidride carbonica, l’attuale “wanted” #1.

Ma se vogliamo farcela davvero, non possiamo evitare di celebrare la prima vera conquista nei confronti di una minaccia globale, altrimenti non riusciamo ad essere nemmeno consapevoli delle cose buone che facciamo. Abbiamo dimostrato che “si può fare”, ma pare che a nessuno interessi. Strana la natura umana. Ottieni un notevole successo e te lo dimentichi in un attimo, devi subito distrarti in altre faccende e continuare a preoccuparti comunque, senza far tesoro delle esperienze. Ecco perché è doveroso rileggere ciò che dice una fonte autorevole: “L’azione sull’ozono costituisce un precedente per l’azione per il clima – conclude Jukka Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale -, il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura”.

E’ un vero appello rivolto non solo alla comunità scientifica, ma anche ai semplici cittadini, che hanno il diritto di saperne di più per poter festeggiare traguardi ritenuti irraggiungibili e per trarne motivazioni utili per le prossime sfide. Sempre che se ne accorgano.

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