A GENOVA ORMAI VINCE SOLO LA GUARDIA DI FINANZA

Bruno Lauzi era un genio, non un semplice poeta. C’era il mondo nelle sue canzoni, c’erano vita, malinconia, errori e sommosse, vittorie e sconfitte in amore: “W la libertà” nel 1963 viene considerata “un manifesto della scuola genovese”. Ci ha lasciato in eredità musica e parole che fanno parte della nostra storia italiana.

Prendi per esempio, adesso, l’espressione e la faccia dei tifosi veramente un po’ così, quella che hanno loro che tifano per le squadre di Genova: nel loro amore si accontenterebbero anche solo dei pareggi, ogni tanto. Invece è un vuoto cosmico di etica e di risultati.

Mentre la Sampdoria si interroga da un mese se cambiare o no l’allenatore, dal basso dei suoi 15 punti e di un rullaggio in pista che non sfocia mai nel decollo – avvicinandosi anzi al rientro in hangar -, arrestano il presidente Massimo Ferrero con accusa di bancarotta fraudolenta e altri reati. Il club non c’entra, benché una delle operazioni sotto la lente della Finanza sia la cessione del giocatore Obiang al West Ham nel 2015: 6,5 milioni di cui una parte – un milione circa – “utilizzata a scopo personale” e mai finita nelle casse blucerchiate, se non di passaggio.

La storia del 70enne proprietario della Samp, romano romanista soprannominato “Er viperetta”, è curiosa come quella del suo tifo per la Samp. Anni fa si aggirava sui set dei film di molte produzioni come factotum (assistente, attrezzista, autista, aiuto qui e aiuto là), un giorno finì persino a interpretare un ruolo di pochi secondi. Mancava una comparsa in “Camerieri”, ironica e amara pellicola del 1995 con Paolo Villaggio, Diego Abatantuono, Marco Messeri e Carlo Croccolo. Quella comparsa doveva interpretare un bookmaker clandestino al quale lo squattrinato Diego Abatantuono doveva dei soldi: se scrivete “Schiaffo di Ferrero ad Abatantuono” il risultato su YouTube è immediato e potete vedervi il video in cui il malavitoso si presenta dal povero cameriere reclamando il dovuto ma, di fronte alla risposta negativa, lo prende appunto a schiaffi.

Un bel giorno Ferrero scomparve dalle produzioni e dai set cinematografici, salvo rispuntare dal nulla all’improvviso qualche tempo dopo, stavolta non più come factotum bensì come imprenditore: proprietario di una sessantina di sale in tutta Italia e produttore, per lo più di pellicole flop, o mai uscite, o che hanno perso prima miliardi di lire poi milioni di euro. Percorso che comunque non ha destato alcun sospetto tra le Fiamme Gialle e dintorni, così come non suscitò curiosità alcuna l’acquisizione del club ligure a titolo gratuito: Ferrero si prese la Samp da Edoardo Garrone accollandosi circa 15 milioni di debiti, senza dare neanche una palanca al vecchio proprietario…

Tra fallimenti (incluso quello della compagnia aerea Livingstone), cartelle esattoriali, denunce, procedimenti giudiziari, un arresto e 4 mesi di carcere per abuso edilizio, Ferrero resta saldamente in sella alla Sampdoria nonostante l’avversione del pubblico, i risultati modesti del team e con la città che, quest’estate, è stata tappezzata da manifesti (“Ferrero vattene”) a cura e spese dei tifosi, preoccupati per la situazione societaria dopo l’addio di Claudio Ranieri che aveva condotto la squadra a un eccellente 9° posto (oggi è 15a a 5 punti dalla zona retrocessione), ma confessando di non aver trovato “i presupposti per restare”. Si parlava di Dejan Stankovic al posto del tecnico D’Aversa, adesso, ma chissà. Sembra essere diventato l’ultimo dei problemi, quello della panchina.

Sulla sponda genoana la depressione, l’avvilimento sono persino superiori. Il pluri-inquisito Enrico Preziosi, quello dei giochi per bambini e per finanzieri, è nella tempesta da sempre. Dopo la misteriosa cessione al fondo americano “777 Partners” (settembre 2021) che lo ha lasciato nei quadri (!) nominando presidente Alberto Zangrillo – il medico del San Raffaele di Milano amicissimo di Berlusconi, amicissimo di Galliani, amicissimo di… Preziosi -, il cammino in campionato del Grifone è stato un disastro. E da 4 partite in panchina è arrivato Andry Shevchenko, ex CY dell’Ucraina pupillo di Galliani e Berlusconi, contratto triennale: 1 punto, 1 pareggio e 3 sconfitte, 0 gol fatti, 8 subiti. Con uno score, nell’ultima trasferta a Torino persa sul campo della Juventus 2-0, da far cadere le braccia: 25 tiri dei bianconeri, 10 in porta, contro gli 0 tiri dei rossoblù (0 in porta, ovviamente). Non è colpa di Sheva, poveretto: oltre a una squadra di per sé assai poco competitiva anche prima, adesso ha fuori 8 titolari, tra cui tutti gli attaccanti ad eccezione di Goran Pandev, 38 anni. Oggi il Genoa è terzultimo con 10 punti, frutto di 1 vittoria e 7 pareggi in 16 partite.

Suprema ironia del destino, a rendere perfetta la storia triste di una gloriosa città: venerdì sera c’è il derby Genoa-Sampdoria, in una derelitta Marassi con una faccia, un’espressione e un’anima, tutto un po’ così.

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