Luca, il padre che non riesco proprio a immaginare in queste ore, è Luca Valdiserri, giornalista del “Corriere”, marito di un’altra giornalista del “Corriere”, Paola Di Caro. In un attimo, nella notte romana, sono persone diverse, con un futuro diverso, un cuore diverso.
A noi, amici e colleghi, come a tutti gli italiani minimamente sensibili, tornano i pensieri di tanti casi come questo, ultimamente sempre più folli e scandalosi. Certo morire sul marciapiede non succede solo a Roma, purtroppo, ma non possiamo negare che a Roma succeda più spesso. Certo può succedere a tutti di perdere il controllo dell’auto e investire qualcuno sul marciapiede, ma nessuno può negare che succeda più spesso ai nostri ragazzi, di notte, con l’alcol e le polveri che ballano tra le orecchie, al livello massimo della capienza.
Il dopo è più o meno sempre lo stesso. Pure stavolta. A questa ragazza che ha ammazzato il figlio di Luca e di Paola avevano già ritirato la patente tre anni fa, ma evidentemente senza grossi risultati. Dopo poco tempo, eccola di nuovo pronta in strada, e fuoristrada, nella notte dell’alcol e delle sostanze.
Dobbiamo ammetterlo: è la nuova notte italiana. Non da oggi. Nell’indifferenza generale, la nuova emergenza dell’alcol e delle droghe tra i giovani non interessa a nessuno. D’altra parte smuove affari colossali, incassi da leccarsi i baffi, e poi nel Paese del benaltrismo c’è chiaramente ben altro cui pensare.
E così, ci ritroviamo periodicamente a piangere morti assurde. Morti impensabili e impossibili, perchè morire a 18 anni falciati sul marciapiede non dovrebbe essere proprio possibile, tanto meno pensabile.
Come scrivono i saggi, la vita ha tante prospettive diverse. Stringendo il campo, dobbiamo riconoscere che di questi tempi ciascuno ha la sua guerra. Kiev ha i russi che bombardano, Roma ha gli sballati in giro allo stato brado, fuori controllo. Una sola diversità: Kiev non si rassegna, noi sì. E in questo sta la nostra colpa. Accettare come normale che le notti italiane siano diventate questo delirio sanguinoso.
Penso a Luca, l’amico papà, e sinceramente riesco solo a mandargli un abbraccio, se mai lo riceverà. Altro non riesco a immaginare. Questa storia è troppo. Almeno per me.