E PER FORTUNA C’E’ L’ARBITRO, COSI’ SAPPIAMO DI CHI E’ LA COLPA

Dopo 25 risultati utili il Liverpool ha perso la prima partita, contro il West Ham, e mister Klopp ha attaccato l’arbitro. Dopo le torte in faccia, otto per la precisione, dei norvegesi del Bodo, e le tre vongole di Venezia, Mourinho dice ancora sugli arbitri.

I Rokes e Lucio Dalla cantavano, festival del ‘67, “Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere”. Nulla o poco è cambiato, forse soltanto Sanremo con gli Amadeus vari. Ma nel football i cornuti e venduti, nel senso di arbitri, fischietti, giacchette nere, quelli erano e quelli sono rimasti, con o senza Var.

Se la squadra del tuo cuore ha vinto brindate con Stock 84, se ha perso consolatevi con Stock 84, come capirete sto ricorrendo al vintage per spiegare quello che passa il football contemporaneo, solito vociare condominiale, strilli da cortile, torna di moda il complottismo, non si conosce l’identità dei cospiratori ma esistono, sono nascosti in qualche canneto o spogliatoio o var room, non c’è giocata che non abbisogni del check, non c’è gol senza il minuto di buffo silenzio per sancirne la regolarità, si procede in una commedia finta con attori non eccezionali, anche se il minculpop segnala sfide colossali, usa enfasi e titoli da Wanna Marchi.

Ci si accontenta di poco, l’effetto Wembley, Europeo vinto su rigore davanti ai padroni del regno, sta scemando con qualche tremore e timore, venerdì sfida con la Svizzera, si aggira l’ombra di Ventura, andremo in Qatar o resteremo di nuovo casa? Chi sarà l’arbitro? Quali precedenti ha? Sarà eventualmente colpa sua e di tutti i Moreno di questo mondo?

Meglio non pensarci, perché, nel caso, per salvarci da insulti e lanci di emmenthal, dovremmo cercare un rifugio nel metaverso.

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