60MILA BADANTI PER I CRETINI

di CRISTIANO GATTI – Nell’Italia uscita dal bagno di dolore e di balconi, uscita migliore come tutti avevano assicurato, siamo costretti ad arruolare 60mila volontari per tenere sotto controllo – si fa per dire – le mandrie della movida. Qualcuno, non so se volontariamente, l’ha chiamato esercito. Effettivamente, ha qualcosa di simile alle forze di pace che in tuta mimetica fanno da sentinella alle zone più esplosive del pianeta. In questo caso, i nostri centri storici.

Io, più semplicemente, considero questi 60mila volontari-volonterosi i badandi dei nuovi barbari, evidentemente incapaci di badare a se stessi, oltre che incapaci d’intendere e di volere. Lo ammetto senza problemi: mai e poi mai vorrei trovarmi nei panni di questi 60mila martiri, alle prese con una pericolosa sottospecie umana.

Naturalmente, parlando di movida bisogna intendere quella particolare movida che in questi giorni ha fatto saltare sulla sedie le famiglie italiane davanti ai telegiornali, la movida ammassata, la movida con la mascherina sul pomo d’adamo, la movida senza mascherina del tutto, la movida che qualche volta sfocia persino in rissa, come a Padova, a Brescia, a Perugia.

Chiaro che c’è anche una grande movida di gente consapevole, prudente, responsabile, cui non bisognerebbe rivolgere neppure un appello. Specifico bene la differenza per evitarmi la noia dei soliti zelanti che saltano su a dire io ieri sera ero con due amici in piazza, eravamo a due metri l’uno dall’altro, tutti con mascherina regolamentare: ecco, ci siamo intesi, lo sappiamo benissimo che esiste la movida buona. Ma non è di questa che si parla, purtroppo. E non è su questa che bisogna parametrare discorsi e interventi. E’ sulla incontrollabile mandria di decerebrati che bisogna ragionare.

Questa dei badanti è un’idea. Prossimo passo, le teste di cuoio. Ma bisognerà pur riconoscere onestamente che siamo in prossimità di uno dei punti più bassi della vita repubblicana. In questa repubblica, vorrei ricordare, facciamo fatica a trovare i sostegni per gli handicappati, a scuola e fuori dalla scuola. Tanto per dire. E quanto ai valorosi volontari, li vediamo all’opera dopo i terremoti a confortare le famiglie disastrate, dopo le alluvioni a salvare i libri e a spalare fango. La meglio gioventù, la chiamiamo. Ecco, adesso siamo costretti a schierare la meglio gioventù contro la peggio. Per garantire a quest’ultima non qualcosa di primario e irrinunciabile, no: per permettere la movida. Sinceramente: credevo di essere in epoca di emergenza assoluta, mai e poi mai avrei immaginato che la mobilitazione sociale servisse a garantire lo spritz.

Sull’intera faccenda, è un fiorire di opinioni e di provvedimenti municipali. Il sindaco di Napoli, De Magistris, va in controtendenza: anzichè minacciare la chiusura, promette l’apertura totale, fino alla mattina, così, spiega, riusciamo a diluire gli assembramenti. Uno stratega raffinatissimo.

La verità è che questo genere di movida, la movida brutta dei mentecatti ubriaconi, non è gestibile. Nessuno è in grado di governare degli alterati mentali inzuppati fino alle orecchie nell’alcol. Per arginare il pericolo sociale, bisogna solo soffocarlo sul nascere. Chiudere. Meglio: non aprire. Basta fissare il limite massimo alle ore 22. In modo naturale, la peggiore specie perde il suo campo di battaglia.

Già si sono fatti sentire i cavalieri dell’ideologia: così si limita la libertà individuale. E come no: niente da obiettare. E’ proprio così. Per garantire la libertà di vivere a tutti dobbiamo limitare la libertà di uccidere degli animali notturni. E non c’è altro da aggiungere.

Anzi, solo una cosa. E’ quanto ha scritto, sclerando su Facebook, un medico rianimatore che ha trascorso gli ultimi tre mesi nel girone dantesco del Covid. Gli lascio doverosamente la parola, limitandomi a sintetizzare: “Cari ragazzi della movida, se vi volete ammazzare a quel modo, fatelo pure. Ma vedete di farlo in disparte, senza mettere in pericolo tanta gente. Io faccio il rianimatore per salvare vite umane. Non ho nessuna voglia di fare il rianimatore dei cretini”.

Lo giro ai sindaci pavidi e ignavi che tentennano all’idea di chiudere la movida. Esitazioni e timori davanti a una chiusura: questo fatto mi ricorda qualcosa…

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