211 ANNI IN DUE, LA CROSTATA E UNO SCHIAFFO AL COVID

di MARIO SCHIANI – Chissà che sapore ha una crostata assaggiata a 107 anni di età? Forse quello di una giornata di sole in cima all’Everest, oppure di una passeggiata rinfrescante nel cratere dell’Etna. Qualcosa di dolcissimo e impossibile insieme, un’impresa e un premio, un sorriso e un’esclamazione di allarme. La signora Pierina di Castiglione Intelvi, provincia di Como, quel sapore lo conosce, ma state sicuri che non ne parlerà con nessuno. Tuttalpiù, ne discuterà con la sua cara amica Vittoria, che di anni ne ha “solo” 104: le ragazze più grandi, si sa, hanno il dovere morale di tirar su bene quelle giovani.

Le due amiche si sono ritrovate l’altro giorno davanti a una crostata con il numero 107 ritagliato in pasta frolla. Frolla la pasta, non le due amiche che, pur ospiti da qualche tempo della Casa di riposo di Pellio, sempre nelle valli del Comasco, continuano a scambiarsi chiacchiere e attenzioni con la lucidità e l’attenzione degli anni d’oro. Per la festa dei suoi 107 anni, Pierina non ha voluto soltanto una crostata, il suo dolce preferito, ma anche la compagnia di Vittoria. In più, sono arrivati fiori e messaggi affettuosi dai sindaci della zona e dal personale della Casa: tutta roba bella, ma mai quanto una fetta di crostata.

Noi alle signore possiamo indirizzare solo tanti cari auguri. Ci viene però la tentazione di voltarci indietro per dare un’occhiata alla lunga strada che hanno percorso.

Vittoria ha sempre vissuto a Castiglione Intelvi: la raccolta del quotidiano locale, “La Provincia”, oggi digitalizzata, racconta che fu uno dei paesi più colpiti dall’influenza “Spagnola” del 1918. Il virus – allora non si sapeva che fosse un virus e si parlava genericamente di “batterio” – reclamò molte vittime: non Vittoria, che, bimbetta, ne uscì sana e destinata a una vita lunghissima. Per lei, dunque, quella del Coronavirus non è neppure la prima epidemia: mentre noi ce ne stiamo attaccati alla tv ad ascoltare l’ennesimo vaticinio del virologo, lei si gode indifferente la crostata e, semmai, guarda a questo recente evento con un pizzico di ironia. Fino al mese scorso, viveva ancora in casa con il figlio: un giorno, uscita sul balcone, si è accorta che nessuna automobile passava sulla strada prospiciente, la provinciale numero 13, e ne ha chiesto ragione. E fu così che la signora Vittoria, nell’anno 2020, incontrò la parola “lockdown”. Meglio le crostate, senza dubbio.

Un romanzone anche la vita di Pierina. Sposa negli anni Trenta, si separa presto dal marito, subito chiamato sotto le armi. Dalla fine della guerra, però, i due rimangono sempre insieme. Fino al 1976, almeno, quando lui la lascia vedova con 4 figli. Tanti sacrifici, da allora, ma ben ripagati: ai 4 figli si sono aggiunti 11 nipoti, ovvero altrettante ragioni per festeggiare con una crostata.

A noi la festa delle signore Pierina e Vittoria, 211 anni cumulativi, più che un insegnamento affida una speranza: dopo mesi in cui abbiamo visto gli anziani pagare il tributo più alto al virus e siamo rimasti avviliti dinnanzi allo scandalo delle Rsa invase dal morbo, la storia delle due amiche comasche pare un miracolo al quale però, a differenza di altri prodigi, è facile e bello credere.

Inoltre, nelle loro vite allo stesso tempo semplici e avventurose troviamo un invito all’umiltà: la prossima volta che ci atteggiamo a veterani perché abbiamo visto il concerto dei Pink Floyd a Venezia o la Juve vincere la finale di Champions nel ’96, pensiamo a Pierina e Vittoria, per le quali questi avvenimenti risalgono tuttalpiù all’altroieri. E dunque auguri, care signore: altre 107 di queste crostate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *