QUEI GIOVANI IMPAZZITI CHE SI ALZANO ALLE 4 PER FARE IL PANE

Ansa delle ultime ore, notizie dall’estero, sei ragazzi assunti da uno storico panificio. Stipendio più che dignitoso, possibilità di lavorare per un nome storico ed esercitare una professione popolare, ma nobile come poche.

Può essere un inizio ma può anche essere il seguito, può essere che in quel mestiere uno ci creda veramente e che su quel mestiere costruisca il proprio futuro, lì o altrove.

Ci sono inconvenienti, così inconvenienti da indurre molti, moltissimi giovani a declinare proposte ritenute indecenti: bisogna svegliarsi alle quattro del mattino, oppure, dopo la discoteca, avviarsi direttamente verso il panificio.

Qualcuno pare si faccia anche ottanta chilometri al giorno pur di lavorare e di far quel lavoro, qualcuno la metà, comunque tanti per noi qui in Italia, il Paese dei furbetti del cartellino.

“Svegliarsi tutti i giorni alle 4 del mattino non è facile. Non lo è per me, e nemmeno per loro. I ragazzi hanno voglia di lavorare, non vanno sottovalutati. Se ne vale la pena e se non si sentono sfruttati, i nostri ragazzi danno l’anima”. Queste sono parole del titolare del panificio.

Ora però va tolto il velo, sembra una notizia dall’estero, dove esattamente non so in realtà, ma non è così. Siamo a Jesolo, il panificio si chiama attualmente Pinel, dal cognome del titolare, ma ha una storia lunga 130 anni e i nomi dei sei ragazzi sono Aurora, Claudio, Giammarco, Giulia, Laura e Linda.

È bello e giusto che questi sei ragazzi, tra i 20 e i 25 anni, abbiano un nome e appaiano come un esempio per i loro coetanei, ma quello che dovrebbe colpire, e fare un po’ male, è la sottolineatura di una simile notizia, a partire dall’ANSA. Quella che per generazioni è stata la normalità, il decorso naturale di una vita, di una vita dignitosa e onesta, ora è un’eccezione, al punto da meritare l’agenzia stampa.

Quello che un tempo, diciamo dal dopoguerra agli anni settanta, faceva coincidere la realizzazione personale con il desiderio di prosperità del Paese, ora sembra andato perduto, nelle menti e negli ideali di chi guida l’Italia prima ancora che nei giovani.

Qualcosa decisamente non è andato per il verso giusto, qualcosa evidentemente abbiamo sbagliato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *